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Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
Direttore : Dott. Ada Cortese
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Anno 11° N° 40 Giugno 2002 Pag. 5 Autore: Simonetta Figuccia


L'ALBERO



Noi siamo l'albero, eppure sediamo sotto l'albero, tra le foglie siamo l'uccello nascosto, siamo il cantore e siamo il canto. (Conrad Aiken)



L'albero è un compagno silenzioso, umile, protagonista non citato, presente con discrezione nelle nostre passeggiate, nel nostro stesso cercare ossigeno, aria e libertà. E' ancora fondamentale per la clorofilla, per i frutti, per la cellulosa e per la protezione idrogeologica, sebbene oggi nelle nostre città sia sacrificato e inquinato. Esso ha accompagnato l'essere umano nella sua plurimillenaria esperienza e ne è stato compagno, specchio, simbolo, espressione di fecondità e simbolo di trascendenza. Alla nascita di mio figlio un caro amico ha piantato un albero, un piccolo melo che cresce con lui, riavviando un percorso antico come l'uomo, che ci lega alla terra e al cosmo. L'essere umano fino dagli albori della coscienza si è servito dell'albero come modello, a livello simmetrico e complementare, di confronto, di identità e di trasformazione. L'albero, secondo antichissime tradizioni, siamo noi stessi, e la nostra stessa sorte è connessa alla sua. L'albero si ricollega attraverso invisibili radici, con il ricco e misterioso mondo della madre terra, quel "sotto" che affascina tanto i bambini. Si intuisce che sotto il tronco non solo la vita non è interrotta, ma possiede invece una sua straordinaria magica potenza. L'intuizione che anche noi siamo alberi viventi, può portare rispondenze nel nostro intimo, e non a caso l'albero evoca meditazione, contemplazione, concentrazione, è il primo compagno che la natura offre. Secondo molti miti l'uomo discende dagli alberi, l'eroe è chiuso nell'albero materno, come Osiride. L'albero da sempre è legato al culto di dei e dee ai quali talune specie di alberi erano consacrate. Artemide era le dea del cedro, Attis si identifica con un pino, l'olivo era l'albero di Atena. Il culto dell'albero è stato diffuso nelle civiltà pre-elleniche e presupponeva riti destinati ad aiutare la vegetazione, come quello dello strappamento di un arbusto sacro in cui si celebrava la morte annuale della vegetazione, il cordoglio della natura. L'albero, che oggi non è protagonista nella nostra vita cementata, continua a essere invece protagonista nei sogni, come simbolo universale pregno di significati vivificanti e attuali. Un esempio: "La sognatrice si trova in un bosco, alla base di un albero che è anche una croce e un Cristo." Le associazioni libere delle persone comuni che sognano tale simbolo sono: la crescita, la vita, l'estrinsecarsi della forma in senso fisico e spirituale, lo sviluppo, la crescita dall'alto verso il basso, l'aspetto materno (protezione, ombra, riparo, frutti nutritivi), infine la morte e la rinascita. L'albero è ritenuto proiezione della personalità in crescita: la linea di sviluppo dal basso verso l'alto suggerisce vari significati: passaggio dall'inconscio (radici, origine, profondità) al conscio, aspirazioni, divenire, socialità ed estroversione verso l'alto. Il fusto rappresenta il centro, il mezzo, il sostegno; durevole e stabile è in contrapposizione al fogliame che ha invece carattere transitorio e ornamentale. Il test proiettivo dell'albero, non a caso, parte dal disegno di un albero per tracciare una descrizione della personalità. Ma il simbolismo dell'albero va ben oltre: simbolo di vita in continua evoluzione, in ascensione verso il cielo, esso evoca in questo senso il simbolismo della verticalità. Contemporaneamente rappresenta il carattere ciclico dell'evoluzione cosmica, morte e rigenerazione. L'albero mette in comunicazione i tre livelli del cosmo: quello sotterraneo, per le radici che scavano la profondità in cui affondano, la superficie della terra, per il tronco e per i rami e infine i cieli per i rami superiori e la cima attirata dalla luce del sole. Rettili strisciano tra le radici e uccelli volano e abitano le sue fronde: l'albero mette in relazione il mondo ctonio con quello uranio e riunisce in sé tutti gli elementi: l'acqua circola con la linfa, la terra si integra al suo corpo tramite le radici, l'aria nutre le foglie e il fuoco si sprigiona dal legno. Per le sue radici affondate nel suolo e per i rami che si innalzano al cielo l'albero è ritenuto universalmente un simbolo dei rapporti tra terra e cielo. L'albero del mondo diventa sinonimo di asse del mondo. L'albero è simbolo della perpetua rigenerazione e perciò della vita stessa nel suo senso dinamico. E' carico di forze sacre perché verticale, fiorisce, perde e ritrova le sue foglie e si rigenera: muore e rinasce innumerevoli volte. L'albero secondo M. Eliade diventa una manifestazione archetipale della Potenza. In quanto simbolo di vita, della vita a tutti i livelli, dall'elementare al mistico, l'albero è stato assimilato alla madre, alla fonte, portandone tutta la forza ambivalente. Ma esso è simbolo anche fallico, come descritto nell'albero filosofico. L'albero, insieme fallo e matrice, diviene un simbolo del sé raffigurato come processo di crescita. Nella tradizione cristiana l'albero rappresenta la vita dello spirito, tanto che il Cristo è insieme sole ed albero. L'albero rappresenta la maturazione dalla materia allo spirito. L'albero non è solo di questo mondo, va dagli inferi al cielo come una via di comunicazione vivente, il che spiega l'immagine dell'albero come palo sciamanico. L'albero è anche considerato un simbolo dell'unione tra continuo e discontinuo. Di qui la presenza nella Bibbia dell'Albero della Vita, cioè della vita eterna, e dell'albero della conoscenza del bene e del male. L'albero è paragonato al pilastro che sostiene il tempio e la casa, alla colonna vertebrale del corpo: le stelle sono i frutti dell'albero cosmico. Gli studiosi delle religioni parlano dell'albero cosmico come asse del mondo. Su di esso sale lo sciamano per arrivare attraverso i nove gradini del cielo al trono di dio. L'albero è un "passaggio", una soglia di entrata in invisibili mondi iniziatici. Il nero (le radici), il bianco (il tronco) e il rosso (la chioma solare) sono tre dimensioni del sacro necessariamente complementari. Le implicazioni cosmiche dell'albero, quale colonna e asse del mondo, tornano a dire, nelle fantasie e nei sogni dell'uomo moderno, la necessità di recuperare le dimensioni archetipali che albergano in noi. L'albero diviene allora, per l'uomo, strumento di contatto con la vita, come risulta dal seguente scritto di Crisostomo: "Questo legno mi appartiene per la mia salvezza eterna. Io me ne nutro, me ne cibo: mi attacco alle sue radici, mi stendo sotto i suoi rami, al suo soffio mi abbandono con delizia come al vento. Sotto la sua ombra ho piantato la mia tenda, e al riparo dal calore eccessivo, ho trovato riposo. Io fiorisco con i suoi fiori, i suoi frutti mi procurano una gioia perfetta, frutti che io colgo preparati per me fin dall'inizio del mondo."


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