Studio Psicologia Analitica
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Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia
sperimentale a cura dell'Associazione GEA
Direttore : Dott. Ada Cortese
Genova: Via Palestro 19/8 - www.geagea.com
Anno 4° N° 13 Settembre 1995 Pag. 10° Autore:
Simonetta Figuccia
MARATONA ESTIVA
"Farsi bambini, porsi in un atteggiamento radicalmente
nuovo verso se stessi, verso gli altri e ciò che ci
circonda."
Anche quest’anno, a conclusione delle attività invernali,
ci siamo concessi due giorni di "immersione rigenerante"
nella bellissima cornice di S. Apollinare, luogo che non ci
ha distratto come spesso accade quando ci "perdiamo" nella
bellezza esteriore, ma ci è stato alleato, aiutandoci ad
una percezione più piena e consapevole.
Il vissuto che ci accompagna ancora a distanza di tempo, è
quello di un momento in cui gioco e lavoro, analisi e
corpo, il nostro ruolo di conduttrici e persone al tempo
stesso, hanno trovato una particolare armonia.
Come i gruppi GEA abituali, le maratone non si rivolgono a
chi soffre di problematiche psichiche conclamate, ma a
tutti coloro che intendono approfondire il dialogo con se
stessi, per conoscere o ristabilire la propria capacità di
autogoverno, e a tutti coloro che percepiscono nella
propria inquietudine o nel loro malessere un significato
che vogliono portare a consapevolezza.
Certo, per chi è avvezzo a simili esperienze può sembrare
semplice e naturale la convivenza fra persone che non si
conoscono affatto. Ma non sempre è così. Già potersi
affidare al lavoro, al gruppo e quindi a se stessi può
costituire il primo ostacolo, la prima grande prova da
superare.
C’è da dire che, nonostante l’eterogeneità del gruppo,
costituito da persone totalmente a digiuno di analisi e da
altre già avviate in un lavoro individuale e/o di gruppo,
il clima che si è creato, da subito, è stato favorevole.
Il fatto di poter contribuire, ognuno con il proprio
apporto coscienziale, costituisce una caratteristica
preziosa in questo tipo di lavoro poichè arricchisce
notevolmente la sinergia del gruppo.
La maratona voleva essere occasione per approfondire il
tema dell’ultima conferenza, "Il corpo sognante", ed è
stata proprio la riscoperta del corpo il leit motiv del
lavoro.
Corpo inteso come strumento e ponte del nostro "essere nel
mondo", ma anche come rappresentante dell’abitudine (intesa
proprio come abito mentale) che frena la creatività ed
arresta il nostro divenire.
Dedicarsi per un tempo insolitamente lungo all’ascolto del
corpo e alla percezione consapevole dei sensi, può sembrare
banale ma non ce lo permettiamo abbastanza.
E' importante allenarsi a porre la propria attenzione ai
momenti più informali, ai gesti più automatici, farsene
consapevoli per tentare di spezzare la catena degli
automatismi, aumentando così la presenza nel nostro agire e
nel percepire.
L’invito che rivolgiamo ai partecipanti, all’inizio di
questa esperienza, è quello di mantenere uno stato di
"presenza" per tutta la durata del lavoro, senza
distinguere i momenti di esercizi guidati dalle situazioni
più informali.
Abbiamo provato a percepire il corpo e i vissuti,
affidandoci al gioco, nella consapevolezza che esso è
qualcosa di estremamente serio, necessario per conoscere e
per sperimentarsi, al di là dei ruoli, dei pregiudizi e
delle difficoltà.
"Farsi bambini, porsi in un atteggiamento radicalmente
nuovo verso se stessi, verso gli altri e ciò che ci
circonda." E’ questa capacità di stupirci che abbiamo
ri-contattato, riscoprendo quella evidenza primigenia che
ci viene celata dalla cultura.
Un esercizio tra i tanti proposti consisteva proprio nello
sperimentare una nuova nascita: percepire tutto come se
fosse la prima volta.
Percepirsi individui, ma contemporaneamente un corpo
appartenente ad un corpo più ampio: il gruppo.
Niente di nuovo a chi già svolge lavoro di analisi a GEA,
ma esperienza potente per i nuovi: sperimentare la forza di
un incontro di più "coscienze" al lavoro.
La convivenza non permette solo di individuare le dinamiche
ombrose del gruppo che facilmente si connota come branco
tendendo a scivolare in discorsi e situazioni di
allentamento della tensione, ma anche nell’aspetto
trasformativo del gruppo che testimonia e alimenta libertà
di dirsi e di darsi per quello che si è, togliendo
finalmente le maschere che i ruoli ci impongono.
Allora è possibile sperimentare la libertà di esserci, di
esporsi, di dire ciò che realmente si sente, sapendo che
anche una parola dura, è comunque, sempre amorevole.
La sorpresa più significativa è stata che persone nuove al
lavoro analitico, la notte della maratona abbiano sognato
proprio il gruppo. La sera, come di consueto, abbiamo
voluta dedicarla al silenzio. Una bella sosta, che ci
conferma che non bisogna andare alla ricerca dello
straordinario: quanto più semplice è l’esperienza tanto più
è straordinaria, e alla fine è tanto semplice che rischiamo
di non vederla più.
Il gruppo è stato generoso con se stesso: un dare e un
ricevere reciproco hanno permesso ai partecipanti di
sperimentare con l’"Altro" un incontro più libero ed
autentico attraverso le voci, le testimonianze e i vissuti
dei singoli individui.
Ne sono risultati momenti di grande tensione emotiva; anche
negli spazi cosiddetti "informali", durante i pasti o le
chiacchiere, si respirava un clima pregno di energia poichè
laddove vi è consapevolezza ogni gesto ed ogni parola,
anche la più banale, assume maggior spessore ed è,
comunque, reale ed autentica.
Trascorrere insieme un week-end piacevole, in uno spazio di
lavoro psicologico, ha favorito un buon livello di presenza
e ha permesso ad ognuno di sperimentarsi per come si è
sentito, al di là dei giudizi, dei confronti e dei
pregiudizi.
Per quanto ci riguarda, abbiamo goduto dell’esperienza con
particolare piacere, ma ciò che abbiamo sperimentato con
intensa gioia è il grado di libertà con cui molti, noi
comprese, hanno potuto esprimere parole, affetti ed
emozioni.
Spero che anche per gli altri il bilancio sia positivo e
che, come sempre ci auguriamo in apertura, ognuno abbia
potuto portarsi a casa qualcosa in più, uno spunto, magari
scaturito da un sottile malessere, su cui continuare a
riflettere e a crescere.
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