Studio Psicologia Analitica
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Trimestrale di psicologia analitica e filosofia
sperimentale a cura dell'Associazione GEA
Direttore : Dott. Ada Cortese
Genova: Via Palestro 19/8 - www.geagea.com
Anno 5° N° 15 Marzo 1996 Pag. 8° Autore:
Simonetta Figuccia
IL CORPO DI LUCE
I mondi spirituali e i mondi materiali - diversi sul piano
vibratorio - sono di fatto completamente compenetrati fra
di loro e si congiungono grazie alla luce che impregna ogni
cosa. E' in questo senso che possiamo parlare di
onnipotenza dello spirito: viviamo immersi in un bagno
spirituale e luminoso.
In un mondo in cui la razionalità sembra imperare, in cui
la ragione è misura di tutto, prolifera un rinnovato
interesse rispetto alla dimensione invisibile: mai come
negli ultimi mesi si parla di angeli e figure di luce,
hanno grande successo i vari manuali per raggiungere
l’illuminazione (vedi "La profezia di Celestino" o la
quantità di libri di vario genere sugli Angeli Custodi) a
segnalare che un numero sempre maggiore di persone sembra
essere in cerca di "luce".
La luce è da sempre simbolo di conoscenza.
Espressioni come "luce divina" o "luce spirituale" lasciano
apparire un ricco simbolismo.
La luce primordiale della Genesi si identifica col Verbo
esprimendo l’irradiazione del Sole spirituale che è il vero
cuore del mondo. La luce succede alle tenebre sia
nell’ordine della manifestazione cosmica che in ogni
percorso interiore. Ogni epifania, ogni rivelazione, ogni
nuovo significato implica un passaggio dalla confusione ad
una più "chiara visione".
Ad un certo punto del percorso analitico l’archetipo che si
manifesta con più ricorrenza è quello della luce: la
fiammella nel buio della non conoscenza. Il ripresentarsi
di questa immagine è legato al desiderio dell’uomo di
riconoscersi in sintonia con l’universo. La ricerca di luce
è la ricerca della nascita della propria coscienza, intesa
appunto come luce in contrasto col buio dell’inconscio.
L’origine dell’uomo si rivela nell’immagine dell’ascesa:
dal buio dell’inferno alla luce dell’Io individuato.
Nei miti tibetani si racconta che dal vuoto primordiale
nacque una "luce azzurra" da cui scaturì un uovo.
L’archetipo della luce si evidenzia nei sogni e nei disegni
degli analizzandi: il primo contatto con la luce è
sconvolgente e fastidioso, essa abbaglia ed è temuta
proprio perchè rivela la possibilità di unione di opposti,
come nel seguente sogno:
>La sognatrice non riesce a reggere tale immagine: il
sole è sotto il mare e lo illumina.<<br />Come la
psicologia analitica ci insegna, se riconosciamo
l’inconscio come fattore codeterminante accanto alla
coscienza e viviamo in modo da tenerne conto, accogliendo
la compresenza in noi di luce ed ombra, il centro di
gravitazione della personalità globale può spostarsi
dall’io al Sè, permettendo la realizzazione e la nascita di
una personalità superiore.
L’archetipo del Sè - non a caso - è stato spesso
rappresentato con l’immagine di un corpo di luce.
Jung si interessò della figura del corpo luminoso nei suoi
studi raccolti in "Il segreto del Fiore d’oro" affermando
in proposito che se la prima metà della vita tende alla
generazione e alla riproduzione, quindi alla perpetuazione
della vita fisica, lo scopo dell’esistenza spirituale,
generalmente privilegiato nella cosiddetta seconda metà
della vita, sembra essere la generazione e la nascita
simbolica di tale corpo adamantino.
E’ la nascita dell’uomo pneumatico, spiritualizzato.
Anche nell’Opus alchemico si parla di un passaggio dalla
nigredo alla albedo come momento fondamentale di
trasformazione e purificazione della materia. Gli
alchimisti si riferivano al corpo di gloria, che sembra
vivere dentro l’uomo e corrisponde, in campo biblico, a ciò
che Paolo chiamava "Cristo in me".
Uno degli scopi dell’alchimia medioevale era il recupero
dell’uomo di luce inghiottito nella materia che non doveva
alludere ad un essere divino ma a qualcosa che riguardava
l’uomo terreno. Mercurio stesso era definito Stilbon, il
luminoso.
L’interpretazione psicologica della materia trasfigurata,
del corpo di luce è riferita alla necessità di affermazione
del corpo spirituale, dell’uomo interiore.
L’immagine del corpo spirituale che emana luce bianca è una
tradizione antica.
Già nel pensiero egiziano spiccava la concezione di Ba,
l’immagine dell’anima, il doppio spirituale dell’uomo, che
potrebbe essere descritto come una specie di corpo stellato
dell’uomo.
Anche nella gnosi un ruolo importante lo aveva la figura
dell’uomo primordiale vestito di luce. In Zosimo si dice
che l’uomo terreno, fatto di carne, porta in sè l’uomo
spirituale (fos) .
Paracelso, medico e filosofo, ipotizza l’esistenza, accanto
al corpo fisico, di un corpo semimateriale, immagine
speculare del corpo fisico, che chiama corpo sidereo o
astrale:
"Nella morte il corpo elementare va nella tomba col suo
spirito, ma i corpi eterei vengono consumati nel
firmamento." Le differenti tradizioni parlano di una natura
bianca del corpo sottile o sidereo. Il bianco è il colore
in cui si presenta la luce pura e non riflessa. Contiene
tutti i colori ma in sè è priva di colori e ai nostri occhi
appare bianca.
Coloro che sono stati vicini alla morte dicono di aver
sentito come tutti i dettagli della loro vita - e quindi i
sentimenti e gli affetti - si dissolvano e diluiscano e al
loro posto l’intera esistenza venga conglobata in un punto,
un punto di luce unificante.
La valorizzazione del bianco è legata al fenomeno della
iniziazione e del passaggio.
Il bianco è legato alla rivelazione, alla grazia, alla
trasfigurazione; è simbolo della coscienza diurna
illuminata, che ha presa sulla realtà. Il corpo di luce
bianca allude alla necessità di realizzare un differente
livello di coscienza, in cui davvero si realizzi il "come
in cielo così in terra".
La luce è la sintesi di tutti i colori, tutte le sfumature
della vita, gli opposti compresenti.
Se su scala individuale la realizzazione del corpo sottile
provoca un arricchimento generale della coscienza, a
livello collettivo potrebbe costituire il fattore decisivo
rispetto alla crisi globale che minaccia la sopravvivenza
dell’umanità come i messaggi dell’inconscio segnalano da
tempo.
>E’ la fine del mondo - racconta un sogno - esplodono i
pianeti e la materia: solo i corpi sottili vibrano leggeri
nell’universo stellato.<<br />Il corpo di luce,
quindi la concreta consapevolizzazione che realizziamo qui
ed ora, sopravvive ad ogni catastrofica trasformazione
globale.
Bibliografia: Aniela Jaffè "Sogni, profezie apparizioni"
Edizioni Mediterranee; C.G.Jung "Il segreto del Fiore
d’oro" Boringhieri editore; C.G.Jung "Opere" volume XIII,
Der Geist Mercurius Boringhieri editore.
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